Gruppo X

Giornata Mondiale contro l’AIDS, anche il Gruppo X e la Polisportiva FLY partecipano.

Il Gruppo X con i ragazzi del Punto G e della Polisportiva FLY ha partecipato al concorso del Usl 12 con due elaborati, una maglietta ed un quadretto. Eccoli !!! Di seguito un articolo preso dal sito del Gruppo Abele , e dal giornale l’Espresso.

Nel 2015, nel solo Piemonte 232 persone hanno scoperto di aver contratto l’Hiv. Si stima che le persone che vivono con l’Hiv nella nostra regione siano 2 su mille e il loro numero è cresciuto costantemente nell’ultimo decennio. In più di 9 casi su 10 il virus si trasmette attraverso rapporti sessuali non protetti. Le nuove diagnosi si osservano con frequenza maggiore tra gli uomini (75% del totale) e tra i giovani. A fornire i dati è il Seremi di Torino.
Anche a livello nazionale i dati non sono incoraggianti: nel 2014 l’Italia era al dodicesimo posto tra le nazioni dell’Unione Europea per incidenza del virus (Coa).
Secondo l’ultimo rapporto Onu oggi nel mondo ci sono 36,7 milioni di persone (tra cui 1,8 milioni di bambini) che vivono con il virus dell’Hiv e il numero di decessi correlati all’Aids è di circa 1,1 milioni di persone l’anno (Unaids, 2016).
Il Gruppo Abele è sempre stato impegnato da un lato a combattere la malattia, dall’altro l’ignoranza e lo stigma sociale che la circondavano. Lo ha fatto attraverso la prima comunità in Italia per bambini sieropositivi, con la casa-alloggio di San Vito per persone malate di Aids, e l’impegno prosegue oggi con Cascina Tario dove vengono accolte persone sieropositive con problemi di tossicodipendenza.

Quest’anno, nell’ambito della Giornata mondiale contro l’Aids, il Gruppo Abele organizza un’esposizione di lavori di Marcello Garigliano, un’artista che ha speso molti anni della sua vita come volontario in associazioni che si occupano di persone sieropositive. La mostra Trasfigurazioni è anzitutto un percorso narrativo sulle persone malate che l’artista ha riportato su carta ed oli, riuscendo a entrare in contatto con corpi feriti che non smettono però di sperare e sprigionare energia. “Per molti anni ho raccolto i drammi di queste persone e li ho tradotti in opere. Quando inaspettatamente una malattia dagli esiti imprevedibili irrompe nella tua esistenza, sai che sarà l’inquietante compagna con la quale dovrai condividere il resto dei tuoi giorni, la dovrai riconoscere ed accettare per poterci convivere e non esserne annientato”, ci ha raccontato l’artista Marcello Garigliano. “L’unico modo per esorcizzare tutto questo è far emergere da questa ferita ciò che siamo: sbranati dall’angoscia e dalla disperazione, dalla nostalgia di ciò che eravamo e che non possiamo più essere… Ma comunque vivi, capaci di amare”. Gli orizzonti imperscrutabili della sofferenza del malato emergono con forza dalle tele espressionistiche di Garigliano: “Se la società è assente, inerte e indifferente rimane solo una sorta di orrore che percorre i giorni. Proprio la società e la violenza dell’esclusione senza fine ti impone, ancora prima di morire, di smettere di reclamare il tuo diritto di esistere”.
Il 1° dicembre, in occasione del World Aids Day, Marcello Garigliano esporrà alcune delle sue opere anche presso l’ospedale Amedeo di Savoia di Torino.

Dal sito del Gruppo Abele

La Giornata mondiale dell’Aids, in Italia un sieropositivo su 6 non sa di esserlo.

Nel Mondo il 40% di tutte le persone con Hiv, in tutto 14 milioni di individui non sa di avere l’Hiv. L’obiettivo è puntare su una maggiore prevenzione.

Aumenta il numero delle persone che si ammalano di Aids e lo scoprono troppo tardi. Diagnosi tardive che fanno lievitare la catena delle infezioni. Nel Mondo il 40% di tutte le persone con Hiv, in tutto 14 milioni di individui non sa di essere sieropositivo. In Italia un individuo su 6 con Hiv non è a conoscenza del proprio stato. Succede negli Stati Uniti, Africa, in Russia, il paese europeo dove questa patologia è più diffusa e si è trasformata in un’emergenza.

I DATI – L’Hiv in Italia e in Europa

Nel 2015, il nostro paese si conferma al tredicesimo posto in Europa per le nuove diagnosi di Hiv: sono 3.444, in lieve calo rispetto agli anni precedenti. Erano 4.183 nel 2012, 3.845 nel 2013 e 3.850 nel 2014. Dai dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss) emerge che chi ha scoperto di essere sieropositivo è nel 77% dei casi maschio e l’età più frequente è di 39 anni (36 anni per le donne).

I rapporti sessuali. La principale causa di contagio sono i rapporti sessuali non protetti: 44,9% eterosessuali e il 40,6% maschi omossessuali, per un totale dell’85,5% di tutte le segnalazioni. E considerando che il picco di incidenza, 15,4 casi ogni 100 mila residenti sono nella fascia di età 25-29 anni, risulta fondamentale potenziare l’informazione tra i giovani delle fasce di età precedenti.

LO SPECIALE

I farmaci. Nel mondo sono più di 18 milioni le persone Hiv-positive in cura con i farmaci antiretrovirali, ma altrettante non riescono ancora ad accedere alle terapie, in gran parte perché non consapevoli della propria sieropositività.

Molti degli inconsapevoli, fa notare l’Oms, sono persone a più alto rischio di infezione da hiv, che spesso hanno difficoltà ad accedere ai servizi di test esistenti. “Milioni di persone con Hiv restano ancora escluse dal trattamento salvavita, che può anche prevenire la trasmissione del virus ad altri – spiega il direttore generale dell’Oms, Margaret Chan – .L’auto-test dovrebbe aprire le porte della diagnosi per molte più persone che potranno così scoprire come ottenere le terapie e come accedere alla prevenzione”.

Il test-fai-da-te. Fra gli obiettivi dell’Oms per combattere la patolologia c’è il test fai-da-te. Prevede l’utilizzo della saliva o di una goccia di sangue ottenuta pungendo un dito e si può fare in un ambiente privato con risultati nel giro di 20 minuti o meno. Chi risulta positivo viene invitato a sottoporsi a un test di conferma in un centro sanitario. L’Oms raccomanda che vengano messe a disposizione informazioni e collegamenti con il counselling nonché rapidi riferimenti ai servizi di prevenzione, cura e assistenza.

Le terapie antiretrovirali. L’aumento della diffusione dei test per l’Hiv in tutto il Mondo ha fatto sì che oggi oltre l’80% di chi ha in mano una diagnosi sia sotto trattamento con antiretrovirali. Dall’altro lato la copertura del test resta bassa in vari gruppi di popolazione. Gli uomini sono solo il 30% delle persone sottoposte a test, e i tassi di accesso a prevenzione e terapie sono più bassi rispetto alle donne. “Garantire la disponibilità di farmaci antiretrovirali è cruciale per poter realizzare l’obiettivo dell’Unlaids 90-90-90 che mira a garantire che entro il 2020: il 90% delle persone affette da Hiv conoscano il loro stato; il 90% delle persone affette inizino il trattamento antiretrovirale; il 90% delle persone sotto trattamento non abbia tracce riscontrabili del virus nel sangue – spiega Vittoria Gherardi, responsabile medico Medici Senza Frontiere Italia – .Ma questo obiettivo non sarà raggiungibile senza un’azione combinata in grado di assicurare a tutte le persone sieropositive, ovunque si trovino, un accesso adeguato ai test per la diagnosi dell’infezione, l’avvio al trattamento di qualità, a un prezzo accessibile anche nel caso di fallimenti terapeutici, un supporto per favorire l’aderenza alle cure per tutta la vita e il monitoraggio della carica virale”.

Una delle maggiori emergenze è quella dei paesi africani, soprattutto dell’Africa Sub-Sahariana, dove quasi un adulto su 20 è sieropositivo. “Nella sola Africa occidentale e centrale purtroppo, ancora oggi meno del 30% delle persone ha accesso alle cure fondamentali per diminuire la trasmissione del virus – aggiunge Gherardi – . Nei distretti della Repubblica Centrafricana, dove Msf lavora, le complicanze correlate all’infezione da Hiv sono responsabili dell’84% dei decessi in ospedale, nonostante la prevalenza dell’infezione da Hiv sia estremamente più bassa (5%) rispetto all’Africa meridionale (40%). Scenari simili vengono rilevati anche in Repubblica Democratica del Congo. Il mancato o incostante approvvigionamento di farmaci, specialmente nelle aree rurali, troppo spesso impedisce l’inizio o il mantenimento della terapia, mina l’aderenza del singolo paziente e pone un grave ostacolo per vincere la lotta globale contro l’Hiv”.

A subirne le conseguenze sono spesso le categorie più vulnerabili, non solo donne in stato di gravidanza e bambini ma anche gli adolescenti. “Dall’esperienza di Msf nei progetti Hiv in diversi Paesi, rimangono prioritari non solo l’accesso ai farmaci e a test diagnostici e di monitoraggio della cura, ma anche le strategie basate sul coinvolgimento delle comunità, per sensibilizzare e promuovere la prevenzione, l’educazione alla salute e l’aderenza alle cure – conclude Gherardi – . Inoltre è importante consolidare il ruolo degli operatori sanitari insieme all’adeguamento dei dispensari, decentralizzandoli per raggiungere il più alto numero di pazienti e coinvolgendo la società civile a tutti i livelli”.

Dal giornale L’Espresso

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