Gruppo X

“MALI” D’AFRICA

In Africa l’estremismo islamico era uno sconosciuto fino a pochi anni fa. Islam e altre religioni hanno convissuto per secoli rispettandosi. La svolta, drammatica tenendo conto dei tanti problemi gia’ esistenti da quelle parti, e’ arrivata con la crisi della Somalia, la cosiddetta guerra umanitaria in Libia e operazioni geopolitiche a dir poco folli in Nigeria.. In Somalia un islam in maggioranza assoluta moderato, non fanatico, si era fatto stato ricucendo un paese da decenni ridotto a terra di nessuno. A questo fragile rimettersi in cammino si e’ fatta guerra. Il paese e’ stato invaso, bombardato e sfregiato nuovamente con l’unico risultato di riportarlo in una condizione da “stato fallito”, acutizzare i conflitti e radicalizzare movimenti islamici. In Libia si e’ armata, in funzione anti Gheddafi, la peggiore genia del posto. La stessa che poi si e’ utilizzata per “salvare” la Siria, inviandola a combattere contro Assad. Gruppi di fanatici radicali, e spietati assassini, sono stati finanziati ed armati di tutto punto. In Nigeria si e’ alimentato il malcontento della popolazione islamica, tenuta ai margini del boom petrolifero, lasciando crescere il mostro Boko Haram. Lo si e’ fatto per acquisire spazio nella contrattazione delle ricchezze petrolifere di quel paese. Alcuni paesi occidentali ne erano esclusi. In tanta parte di queste storie il ruolo della Francia e’ stato basilare.Hollande, il triste presidente francese, ieri un po’ troppo profeticamente affermava che in Mali i francesi sono odiati. Oggi l’attacco ad un hotel per turisti nella capitale maliana.Ritengo che il presidente francese farebbe bene a chiedersi il perche’ ( che certo non giustifica certe operazioni) e a chiedersi quanta responsabilita’ abbia nel crescere del radicalismo islamico soprattutto nell’area del Sahel.Il Mali e’ ex colonia francese. Ex per modo di dire visto che la sua economia e’ per intero nelle mani dei francesi. L’ultimo presidente aveva mostrato segni di scontento. Si dovevano tenere elezioni ed il nuovo presidente, il favorito in quelle elezioni, era ancora piu’ critico nei confronti delle politiche francesi. La Francia rischiava di perdere un feudo importantissimo viste le risorse del paese. Oro, petrolio e soprattutto uranio, vitale per l’economia e la geopolitica francese. Ebbene, poco prima del voto un colpo di stato. Un oscuro capitano sospende le elezioni e prende il potere. Oscuro a molti, non ai francesi che lo avevano addestrato e agli americani che quell’addestramento, a casa loro, avevano completato. Non solo. Al nord la rivolta tuareg per uno stato indipendente. Una rivolta fondata su mille ragioni. L’assenza di investimenti governativi, certo. Soprattutto, pero’, la scrittura folle dei confini maliani operata in epoca coloniale. Maliani e tuareg hanno ben poco in comune. Chi appoggiava i tuareg gia’ utili in funzione antigheddafi? Indovinate un po’…Accanto ai tuareg, formazioni islamiche, anche esse superarmate. Le armi della guerra in Libia, probabilmente quelle fornite da alcuni paesi islamici del Golfo da sempre in prima fila in certe spericolate operazioni dell’Eliseo.Le milizie islamiche prendono il sopravvento sui tuareg e avanzano verso la capitale del Mali. La popolazione chiede aiuto alla Francia. Intervento militare francese salutato come quello dei salvatori della patria. Islamici respinti, tuareg rimessi in un angolo. Alle nuove elezioni, poi, il candidato critico dei francesi sconfitto. L’odio, no. Quello cresce e crescera’ ancora fino a quando sara’ possibile alla Francia essere potenza coloniale in quel pezzo d’Africa e di esserlo in questi modi. E soprattutto di poterlo manipolare a seconda dei propri interessi.

Silvestro Montanaro

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